Si chiama famiglia “allungata” quella famiglia nella quale genitori e figli vivono sotto lo stesso tetto molto più a lungo. Positivo? Non direi. Non si diventa marinai restando in porto a sognare gli oceani. Deve pure arrivare il momento di tentare la navigazione.– Fulvio Scaparro

Un esperto nella crisi in famiglia – di Fulvio Scaparro

Trattare con genitori in guerra e riportarli alle loro responsabilità genitoriali comuni anche se separati, come nell’ultimo caso di Mantova, è compito di particolare difficoltà da affidare a persone competenti perché ben formate. Posso dirlo dopo una lunghissima esperienza di mediazione familiare maturata dall’Associazione GeA. Se un magistrato suggerisce ai genitori in battaglia di farsi aiutare in un centro di mediazione familiare, può oggi contare su un buon numero di mediatori che, se formati nelle migliori scuole, hanno seguito corsi di centinaia di ore di formazione teorico-pratica, tirocini e supervisioni. Chiedo ai giudici di fare altrettanto quando affidano al coordinatore genitoriale compiti impegnativi che prevedono competenze e conoscenze che gli permettano di interfacciarsi con diverse professionalità. L’intervento del coordinatore, al contrario di quello del mediatore familiare che è autonomo rispetto al Tribunale, avviene su incarico del giudice, nasce quindi all’insegna di uno stretto rapporto con il Tribunale e questo influenza il rapporto tra genitori e coordinatori. Nell’Ordine degli Psicologi della Lombardia abbiamo acquisito le linee guida internazionali più accreditate sulla coordinazione genitoriale. Al primo punto delle migliori pratiche c’è la formazione specialistica e una precedente formazione ed esperienza in tematiche del conflitto e in mediazione familiare. I coordinatori non vanno nominati sul campo ma scelti tra chi dà serie garanzie di formazione.

Fulvio Scaparro

  • Domenica 8 Ottobre, 2017
  • Corriere della Sera – MILANO

UN ESPERTO NELLA CRISI IN FAMIGLIA (testo dell’articolo pubblicato)



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